Gruppo Biblico Ecumenico

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GRUPPO ECUMENICO. Il prossimo incontro è previsto per i mercoledì 15 marzo, ore 20,30, c/o Giorgio Dall’Aglio Via Bassano del Grappa 24, 2° piano. All’ordine del giorno: la prima lettera di Pietro.

I Luterani Usa approvano documento per riconciliarsi con la Chiesa di Roma

La Evangelical Lutheran Church in America (ELCA) ha approvato un documento per il bene e l’unità tra i cristiani al servizio di tutto il mondo

Lo scorso mercoledì 10 agosto, con un voto a larghissima maggioranza, la Evangelical Lutheran Church in America (ELCA), una delle più grandi denominazioni cristiane negli Stati Uniti, ha approvato un documento ecumenico per una maggiore unità tra cattolici e luterani. L’Elca, le cui radici affondano negli scritti del riformatore chiesa tedesca, Martin Lutero, conta più di 3,7 milioni di membri e oltre 9.300 congregazioni in tutti e 50 gli Stati Uniti.

Nell’assemblea generale che si è tenuta a New Orleans, è stato votato il documento Declaration on the Way improntato a proporre una maggiore unità tra cattolici e luterani per il bene nel mondo. Il testo – che ha avuto 931 voti a favore e solo 9 contrari – è stato considerato di valore storico ed ha entusiasmato l’assemblea con la maggioranza dei presenti in piedi ad applaudire.

In un comunicato diffuso dalla Elca si legge che al centro del documento ci sono “32 dichiarazioni di accordo”, spiegando che luterani e cattolici non hanno differenze su temi che riguardano la chiesa, il ministero e l’Eucaristia. Il documento esplora anche le differenze che rimangono.

“Cari fratelli e sorelle, fermiamoci ad onorare questo momento storico”, ha detto il presidente dell’Elca, Elizabeth A. Eaton rivolgendosi all’Assemblea dopo il voto. “Anche se non siamo ancora arrivati in fondo, possiamo dire che siamo sulla strada per l’unità. Dopo 500 anni di divisione e 50 anni di dialogo, questa azione deve essere intesa nel contesto di altri accordi significativi che abbiamo raggiunto , in particolare la ‘Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione’ del 1999”.

“La Declaration on the Way ci aiuta a realizzare più pienamente la nostra unità in Cristo con i nostri partner cattolici, ma serve anche a incoraggiare il nostro impegno per l’unità di tutti i cristiani”, ha detto Eaton. Per onorare l’occasione, ha presentato un dono di comunione, un software realizzato appositamente per l’assemblea, al vescovo Denis J. Madden, ausiliare dell’arcidiocesi di Baltimora. Il quale ha sottolineato: “Mi sento così privilegiato e così grato di aver trascorso questi pochi giorni condividendo il tempo e pregando con voi. Vi ringrazio per me e per i miei colleghi che si sono uniti a voi nelle celebrazioni eucaristiche. Sono stati una grande gioia e un ricordo, certi che presto celebreremo insieme come un corpo unico”.

L’assemblea ha espresso gratitudine per il testo ecumenico e lo ha indicato come una risorsa “per la vita comune della Chiesa. Ha inoltre votato con 921 voti a favore e 11 contrari, la dichiarazione Ammparo volta ad accompagnare i minori migranti e garantire loro una protezione, una rappresentanza ed una opportunità.

La Elca ha sviluppato da anni questa strategia basata sugli impegni per sostenere e garantire i diritti umani fondamentali e la sicurezza dei bambini migranti e delle loro famiglie, oltre che per affrontare le cause profonde della migrazione nei paesi dell’Europa centrale e nei confini tra Nord America e Messico e il trattamento dei migranti in transito. Nel suo impegno rientra anche il lavoro per giuste e umane politiche che riguardano i migranti dentro e fuori gli Stati Uniti.

Infine, l’assemblea ha anche votato il bilancio che destina circa 25 milioni di dollari per ognuno dei prossimi tre anni per combattere la fame nel mondo.

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settimana dell'unità 2015 2SETTIMANA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI. Come già annunciato, questa mattina p. Angelo terrà il sermone durante il culto evangelico nella chiesa val­dese di Piazza Cavour (ore 10.45). Domenica prossima, il pastore Antonio Adamo terrà l’omelia durante la nostra celebrazione eucaristica delle 12.00. Giovedì 22, alle ore 18.30, presso la parrocchia di S. Policarpo (Tuscolana), si svolgerà la veglia ecumenica diocesana con la partecipazione delle diverse confessioni cristiane presenti a Roma.

 

Dalla Chiesa Valdese settimana dell'unità 2015 2

18/01/2015 Ore 10,45 Culto  presiede il pastore Antonio Adamo meditazione di Padre Angelo  Arrighini della chiesa cattolica di Cristo Re Chiesa Valdese Piazza Cavour, Roma

Chiesa cattolica Cristo Re  P. Francesco e P. Angelo

25/01/2015
Ore 12,00   Chiesa cattolica Cristo Re, messaggio del pastore  Antonio Adamo durante la Messa, Viale Mazzini, 32  Roma

Settimana per l'unità

SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI. Nel contesto della settimana di preghiere per l’unità dei cristiani, questa mattina, il parroco p. Angelo terrà il sermone durante il culto evangelico domenicale della comunità valdese di Piazza Cavour. Domenica 26 gennaio prossima, il pastore Antonio Adamo, con la sua comunità, restituirà la visita nel corso della messa delle ore 12.00.

Dalla Chiesa Valdese

19/01/2014 Ore 10,45 Culto  presiede il pastore Antonio Adamo meditazione di Padre Angelo  Arrighini della chiesa cattolica di Cristo Re Chiesa Valdese Piazza Cavour, Roma

Chiesa cattolica Cristo Re

26/01/2014
Ore 12,00   Chiesa cattolica Cristo Re, messaggio del pastore  Antonio Adamo durante la Messa, Viale Mazzini, 32  Roma

Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18 -25 gennaio 2014)

“Cristo non può essere diviso!” (1 Cor 1, 1-17). È questa la forte affermazione dell‘apostolo Paolo che i fratelli e le sorelle canadesi pongono alla nostra riflessione per la preghiera comune di quest‘anno. È un ammonimento che riceviamo, comprendendolo innanzitutto nel contesto in cui l‘apostolo lo pronuncia: quello di una comunità che ha bisogno di ritrovare l‘essenziale della propria fede. Tutto l‘epistolario ai Corinzi ne è una testimonianza: a chi ricerca i carismi più eclatanti, Paolo ricorda che l‘amore è la via della perfezione (Prima lettera ai Corinzi 13); a chi si crede forte nella fede, Paolo proclama un Signore che è forte nella debolezza (Seconda lettera ai Corinzi 12); alla ricerca della saggezza umana, contrappone la pazzia di Dio (Prima lettera ai Corinzi 1). A chi vuole raggiungere le più alte vette della spiritualità, Paolo ricorda che lo Spirito del Signore agisce con potenza laddove un qualsiasi credente afferma con le parole ed i fatti che Gesù è il Signore (Prima lettera ai Corinzi 12). Questo è l‘essenziale della fede, il suo cuore profondo dove tutti i cristiani possono trovare la loro unica fonte: è Cristo stesso che è stato crocifisso per noi e nel nome del quale veniamo battezzati.
A Corinto la chiesa era dilaniata da gruppi contrapposti. C‘era chi dichiarava: “Io sono di Paolo”; un altro: “Io di Apollo”; un terzo: “Io sono di Pietro”; e un quarto: “Io sono di Cristo”. In questa sequenza è proprio l‘ultima affermazione che più ci interpella: utilizzare Cristo per sancire le nostre divisioni. Questo si è spesso verificato nella storia del cristianesimo, laddove la ricerca della fedeltà all‘evangelo di Cristo, per le varie tradizioni cristiane, invece di creare un patrimonio comune ha suscitato scomuniche e conflitti. Divisi nel nome di Cristo: questo è il paradosso e lo scandalo della nostra vita cristiana. Il nostro impegno è di mettere in discussione questa logica. Sentiamo quindi fortemente nostro uno dei cinque imperativi ecumenici enunciati nel documento congiunto cattolico-luterano “Dal conflitto alla comunione”: abbiamo bisogno dell‘esperienza, dell‘incoraggiamento e della critica reciproca per giungere a una conoscenza più profonda di Cristo. Cristo infatti non viene più a farsi crocifiggere: è venuto, una volta per tutte, per la nostra salvezza, ma tocca a noi ora prendere il posto di Cristo sulla croce e, crocifiggendo le nostre passioni e la nostra mentalità mondana, sacrificarci per realizzare la volontà di Dio: “che tutti siano una cosa sola”(Giovanni 17, 21).
Come i nostri fratelli e le nostre sorelle canadesi fanno notare, il brano della Prima lettera ai Corinzi, richiama l‘attenzione sul modo in cui possiamo valorizzare e ricevere i doni degli altri anche ora, nel nostro stato di divisione. L‘intera epistola mostra chiaramente un conflitto in atto, con l‘autorità dell‘apostolo e della sua predicazione pesantemente contestate. Tuttavia, all‘inizio della Lettera Paolo afferma “io ringrazio sempre il mio Dio per voi”. Non è solo una formalità, ma un sincero riconoscimento della ricchezza spirituale dei Corinzi, i quali non mancano di alcun dono. Riconoscere i doni degli altri, anche di coloro con i quali si è in conflitto, significa prima di tutto riconoscere l‘opera di Chi quei doni ha elargito, cioè Dio stesso. Inoltre Paolo riconosce ai Corinzi di essere pienamente Chiesa di Cristo e ricorda loro il legame che li unisce a tutti coloro che proclamano lo stesso Signore in ogni luogo. Non si è infatti Chiesa da soli, ma nella comunione di tutti coloro che confessano il nome di Gesù. Riconoscere i doni gli uni degli altri significa per noi oggi innanzitutto, riconoscere i doni della grazia elargiti con generosità all‘intero popolo di Dio, pur nelle sue diversità.
Doni che edificano la Chiesa e la abilitano a servire il mondo. Seguendo anche in questo caso l‘invito del documento “ Dal conflitto alla comunione”, l‘impegno ecumenico è di essere aiutati dalla forza del vangelo di Cristo per il nostro tempo e testimoniare insieme la grazia di Dio nella predicazione e nel servizio verso il mondo sia in ambito liturgico che sociale. Grazia che libera, che ci fa volgere lo sguardo verso i minimi e gli ultimi, ci rende consapevoli delle nostre responsabilità nella salvaguardia del creato. Grazia per la quale possiamo fare nostra l‘invocazione che ha contraddistinto l‘assemblea 2013 del Consiglio Ecumenico delle Chiese: “Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace.
Accogliamo dunque con riconoscenza il lavoro delle nostre sorelle e dei nostri fratelli canadesi. Nelle pagine di introduzione al materiale omiletico essi descrivono le grandi diversità che arricchiscono il loro paese: diversi popoli, diverse lingue, diverse religioni, diversi ambienti geografici. Accogliamo le domande che essi propongono per ogni sezione del testo della Prima lettera ai Corinzi, pensando alla situazione specifica del nostro paese e alle nostre diversità, troppo spesso misconosciute e non valorizzate. Pensiamo per esempio all‘arrivo di migranti da ogni parte del mondo e, soprattutto, da quel sud del mondo nel quale oggi vive la maggioranza dei cristiani. Pensiamo alle chiese di migranti che si formano sul nostro territorio. Pensiamo alla presenza di altre religioni giunte ad allargare i nostri confini culturali e perfino spirituali. Pensiamo all‘esigenza di libertà e di dialogo che una società multiculturale sempre più richiede. Sia anche questo l‘orizzonte ecumenico della nostra ricerca di unità, rafforzata dalla nostra continua e fervida preghiera di fraternità.Chiesa Cattolica Mansueto Bianchi Vescovo di Pistoia – Presidente, Commissione Episcopale per l‘Ecumenismo e il Dialogo della CEI

 

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